Con il Decreto-Legge c.d. DL “Dignità” di prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale sono previste sostanziali modifiche dei contratti a tempo determinato.
Limite massimo ridotto e inserimento della causale
L’attuale normativa sul tempo determinato prevede un limite massimo di 36 mesi per i contratti a termine che possono essere stipulati senza la necessità di dover giustificare la motivazione dell’apposizione del termine.
Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale (dal giorno successivo per la precisione) entrerà in vigore il DL Dignità che imporrà alle aziende di stipulare contratti a termine con il limite massimo di 24 mesi complessivi, di cui solo i primi 12 senza doverne giustificare la causale del termine.
In caso di proroga oltre i 12 mesi, sarà obbligatoria l’indicazione di una motivazione e si passerà dalle attuali 5 proroghe (sempre nel limite dei 36 mesi) alle future 4 proroghe massime (nel limite dei 24 mesi complessivi).
Aumento dei costi
Vengono introdotti maggiori oneri contributivi per le imprese, come l’aumento dell’aliquota contributiva INPS pari allo 0,5% per ciascun rinnovo destinato al finanziamento della NASPI.
Gestione dei contratti a termine in essere
Le nuove regole valgono per i contratti firmati dopo l’entrata in vigore del decreto-Legge e per le proroghe dei contratti a tempo determinato attualmente in corso.
Le aziende potrebbero trovarsi davanti all’impossibilità di prorogare i contratti in essere a tempo determinato se non con una valida motivazione, situazioni delicate che hanno creato non pochi contenziosi nel passato e che probabilmente andranno a creare nel future. Sempre che il DL non subisca modifiche.