Quante volte ti sei chiesto come mai paghi tante tasse anche se il tuo bilancio è quasi in pareggio, se non addirittura in perdita?
Vediamo di fare un po’ di chiarezza sulla determinazione del reddito di impresa e sulle dinamiche delle imposte. In questo articolo parleremo di come si determina il redditto di un’impresa e come tenere sotto controllo la tassazione, nel pieno rispetto delle normative tributarie.
Capire bene questo aspetto, rappresenta per l’imprenditore una grande opportunità per prendere delle decisioni strategiche al fine di ridurre la pressione fiscale, e stabilire obiettivi contabili che portano alla crescita della tua impresa.
Premesso che, i principi generali per il calcolo del reddito d’impresa sono uguali per ogni organizzazione, il calcolo delle imposte si differenzia a seconda della forma giuridica della tua organizzazione e del regime fiscale prescelto.
Le imposte più importanti si calcolano sul risultato della gestione economica del bilancio d’esercizio che si chiude al 31 dicembre di ogni anno e sono le seguenti:
- IRES ( Imposta sul Reddito delle Società) con un’aliquota proporzionale al reddito, attualmente pari al 24%;
- IRPEF ( Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è un’imposta progressiva calcolata in base al reddito di ciascun contribuente. Per il calcolo dell’imposta dovuta sul reddito, si dovrà far riferimento alle aliquote Irpef che nel 2018 vanno da un minimo del 23% ad un massimo del 43%, applicate ai diversi scaglioni di reddito.
- IRAP (Imposta Regionale Attività Produttive) è un’imposta il cui presupposto è l’esercizio abituale di una attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi ed è commisurata al valore della produzione netta derivante dall’attività esercitata nel territorio della Regione con l’aliquota, per la generalità dei contribuenti, del 3,9%. Tale aliquota è determinata a livello regionale.
Alle imposte che derivano direttamente dall’esercizio di competenza, vanno sommati gli acconti che il legislatore richiede di anticipare per l’anno successivo.
In sede di redazione e chiusura del bilancio, il tuo commercialista, presenterà la situazione Contabile e Patrimoniale sotto due punti di vista ben distinti e definiti:
Il bilancio secondo la normativa civilistica deve fornire un’informazione di sintesi chiara, corretta e veritiera, sulla realtà aziendale nell’interesse di tutti coloro che hanno o che vogliono avere un qualsiasi rapporto con l’azienda (ad esempio fornitori, banche, investitori etc.).
Il bilancio secondo la normativa fiscale, invece, ha come obiettivo quello del calcolo dell’imponibile fiscale su cui calcolare le imposte, nel rispetto dei principi costituzionali di equità e capacità contributiva, affinché il contribuente paghi le “giuste” imposte sul proprio reddito.
Per passare dal bilancio civilistico a quello fiscale, necessario per il calcolo delle imposte, occorre apportare delle variazioni (in aumento o in diminuzione) al risultato che deriva dal bilancio civilistico.
Per variazioni in aumento si intendono tutte quelle operazioni che vanno prese in considerazione e che aumentano l’importo sul quale poi verranno calcolate le imposte (ad esempio una diminuzione dei costi o un aumento dei ricavi).
Per variazioni in diminuzione si intendono tutte quelle operazioni che vanno prese in considerazione e che diminuiscono l’importo sul quale poi verranno calcolate le imposte (ad esempio un aumento dei costi o una riduzione dei ricavi).
Schematizzando:
- UTILE/PERDITA D’ESERCIZIO
- VARIAZIONI IN AUMENTO (+)
- VARIAZIONI IN DIMINUZIONE (-)
- IMPONIBILE FISCALE
Esempi di variazioni in aumento
- IMU: imposta municipale sugli immobili, espressamente indeducibile per previsione normativa;
- Autovetture: Ammortamenti deducibili al 20% fino al limite del costo del bene di Euro 18.075,99; per gli agenti e rappresentanti di commercio la deducibilità è elevata all’80% fino al limite del costo del bene di euro 25.822,84;
- Spese telefoniche: deducibili all’80%;
- Spese alberghi e ristoranti: deducibili al 75%.
Esempi di variazioni in diminuzione
- Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali: sono deducibili nei limiti dei coefficienti tabellari previsti dal D.M. del 1988;
- Compensi agli amministratori: Sono deducibili nell’esercizio in cui vengono erogati;
- Ricavi imputati a conto economico non imponibili o imponibili in successivi esercizi.
Dopo aver eseguito queste operazioni, si ottiene il valore detto “Imponibile” sul quale verranno calcolate le imposte in base alle aliquote previste dal regime fiscale prescelto o dalla forma giuridica.
Conoscere il processo che ci conduce al calcolo delle imposte, implica che le strategie adottate durante la gestione dell’impresa, non sono più casuali, bensì decise nella piena consapevolezza.
Rag. De Maio Immacolata