

Come già analizzato nel nostro precedente articolo “Contratti a tempo determinato: tutte le novità“, tra le numerose novità riguardanti i contratti a tempo determinato, il c.d.”Decreto Dignità” ha introdotto anche un Contributo Addizionale ASPI maggiorato in caso di rinnovo di un contratto a termine. Vediamo di cosa si tratta ed in quali casi va calcolato.
Il Decreto Legge 87/2018, convertito nella legge 96/2018, ha introdotto importanti novità sulla disciplina dei contratti a tempo determinato. L’intento di questa norma è sicuramente quello di favorire il contrasto al precariato introducendo maggiori limitazioni e costi ai datori di lavoro che intendono assumere personale con contratti di lavoro a termine. E’ proprio in quest’ottica che il decreto legge citato, ha previsto anche un aumento del contributo addizionale ASPI, direttamente proporzionale al numero di rinnovi che vengono effettuati ad un dipendente da parte dello stesso datore di lavoro.
Nello specifico, l’art. 3 c.2 D.L. 87/2018 ha previsto, in caso di rinnovo di un contratto a termine, l’applicazione di un contributo addizionale per il finanziamento della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego maggiorato dello 0,50% per ogni rinnovo effettuato a partire dal 14 Luglio 2018.
Contributo Addizionale ASPI: cos’è?
Il contributo addizionale ASPI è un contributo aggiuntivo introdotto già dalla L. 92/2012 previsto per i contratti a tempo determinato. Nello specifico, è un contributo pari all’1.4% dovuto dai datori di lavoro per il personale a tempo determinato, in aggiunta alla normale contribuzione prevista per ciascun dipendente in base all’inquadramento previdenziale dell’azienda. Questo contributo è dovuto per il finanziamento della Naspi del dipendente. Infatti, è proprio il versamento di tale contributo addizionale da parte del datore di lavoro, che permette al lavoratore che “termina” il proprio contratto di lavoro, di vedersi riconosciuta l’indennità di disoccupazione NASPI. Sempre per questo motivo, il contributo in questione non è dovuto in caso di contratto a tempo indeterminato.
Aumento del Contributo Addizionale ASPI
L’Inps, con la circolare n. 121/2019 ha fornito le informazioni utili all’applicazione del contributo addizionale ASPI maggiorato, in caso di rinnovo di un contratto a termine. L’incremento del Contributo Addizionale ASPI è pari allo 0.50% (da sommarsi all’1,40%) per ogni rinnovo contrattuale. La maggiorazione contributiva cresce ad ogni rinnovo, andando così a prevedere un aumento contributivo a carico del datore di lavoro ad ogni ulteriore rinnovo effettuato.
Il contributo maggiorato è previsto anche in caso di somministrazione a termine e l’incremento potrà avvenire anche dalla sommatoria di quest’ultimo con un ordinario rapporto di lavoro a tempo determinato.
Come chiarito anche dalla circolare INPS, la maggiorazione del contributo addizionale ASPI si applica solamente ai rinnovi effettuati dalla data del 14 Luglio 2018 in poi.
Casi di esclusione dalla maggiorazione
Sono escluse dall’ aumento progressivo del contributo addizionale ASPI, le proroghe effettuate ad un rapporto di lavoro a termine in essere. L’INPS ha, tuttavia, chiarito che il contributo maggiorato va applicato in caso di prosecuzione del rapporto di lavoro con modifica della causale inizialmente utilizzata, anche senza interruzione del rapporto di lavoro. In questo caso, infatti, la prosecuzione si configura come un rinnovo e non come una proroga del contratto.
Inoltre, sono esclusi da detto contributo:
- operai agricoli;
- lavoratori domestici;
- dipendenti delle pubbliche amministrazioni;
- lavoratori adibiti a svolgere attività di insegnamento;
- personale assunto in sostituzione di lavoratori assenti;
- lavoratori stagionali.
Restituzione del Contributo Addizionale Aspi
Resta valida la previsione riguardante la restituzione, da parte dell’INPS, del contributo aggiuntivo versato per tutta la durata del contratto a termine in essere, in caso di conferma in forza e conseguente trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Conclusioni
Alla luce di quanto sopra esposto, riteniamo che, per un datore di lavoro, non sia sempre conveniente instaurare un rapporto di lavoro a termine e che sia, pertanto, fondamentale effettuare un’attenta ed approfondita valutazione della situazione prima di instaurare un rapporto di lavoro.